Cari amici vicini e lontani,
Abbiamo atteso fino all’ultimo con tutte le nostre più vivide speranze, ma ormai è chiaro ed evidente che anche per noi quest’anno il Natale sarà estremamente diverso da quello a cui siamo abituati da quasi quarant’anni!
Ci riempie di tristezza e rammarico non poter essere in mezzo a voi: normalmente viviamo 11 mesi aspettando la gioia di imbracciare le nostre zampogne per incontrarvi nelle piazze, nei presepi viventi, per le strade, negli asili, nelle case di riposo e ovunque ci sia bisogno di testimoniare il Natale, ma quest’anno il meglio che possiamo fare è aiutare a contenere questa maledetta pandemia restando in disparte.
Sarà Natale lo stesso, magari un po’ più vuoto, più silenzioso, più essenziale ma sappiate che ci mancate davvero tanto! Lo stupore sui volti dei vostri bambini, la nostalgia dell’infanzia di quelli che hanno qualche anno in più, la commozione degli ammalati che visitiamo e che non possono muoversi: questa è la ricchezza del nostro vivere il Natale ed è la cosa che più ci manca di questo periodo!
Il nostro augurio è che questa forzata distanza sia un’occasione per riscoprire il vero valore delle cose importanti: il senso del Natale, della famiglia, dell’amicizia, della tradizione! Lo facciamo con una poesia che è anche un invito a farvi voi stessi portatori positivi e contagiosi della vera gioia del Natale!
Caldo ricordo
di fredde serate
tace ora la piva
reclusa in quest’anno sì truce.
Gli angeli assenti, sperduti, dispersi,
intonano un Gloria altissimo e solo
che muto dell’eco ormai nudo risuona.
Spento è il belare nei tiepidi ovili,
incredule pecore attendono invano:
galeotto il pastore che brama la fuga
ma uscire di giorno e di notte non può.
Chiuse le scuole,
vuoti i mercati,
deserte le piazze,
vietati i presepi,
gli amici, i parenti,
le cene, le feste.
Ma è Natale
e il Natale a tutto resiste!
Esplode nel mondo e si fa portavoce
di quello che conta e che sfugge al decreto:
colore, profumi, musica, gioia
son solo inerti e vuoti attributi,
prodotto e non fine al mistico evento!
Le piazze, le feste,
i doni, i presepi
non contano niente
se hai perso di vista
il fulcro più vero:
s’incarna a Natale
il divino mistero.
La culla, la piva, la stella, il pastore,
l’angelo, l’asino, il bue e tutti gli altri
rispondono assenti all’appello e distanti
quest’anno funesto, per grande eccezione,
se vuoi e se ci credi puoi esserli tu!